Intangible Touching. Not trend just truth

Nei giorni di Esxence ho cercato.
All’inizio cercavo di sentire soltanto con il naso, provavo a cogliere ispirazioni nuove, cercavo le note olfattive più rappresentative, passando da composizioni esperidate, legni morbidi, incensi profondi o violette rivoluzionarie…”che forza insolente hanno i fiori”(1)…
Ho sentito tenerezza: note rotonde, fragili e invincibili come la maternità, che raccontavano cura e conforto. Ho sentito il profumo della libertà, di andare oltre la moda e le regole, per seguire la propria ispirazione. Ho ritrovato il passato, annusando capolavori memorie di altri mondi. E sicuramente ho sentito il futuro.
Poi ho iniziato a cercare con gli occhi: ho guardato i colori, le luci, i dettagli ricercati, ma soprattutto ho guardato le persone. Ho visto la gestualità artistica nelle presentazioni; gli sguardi scintillanti che accompagnavano le parole. Sono rimasta quasi sempre fino all’ora di chiusura e ho visto volti stanchi, ma pieni di gioia. Il lavoro dovrebbe sempre portare gioia. Ho visto tutto il mondo e sentito l’energia che si crea quando persone lontane per geografia e cultura si ritrovano vicine per condividere obiettivi e passioni, creando un senso di appartenenza comune.
Ho cercato con le orecchie. Ho ascoltato storie di famiglie che hanno il profumo nell’anima e nelle vene da generazioni. Ho ascoltato storie di coraggio: perché ci vuole coraggio, ora più che mai, a dar vita ad un nuovo progetto. Ho ascoltato parole d’amore, perché alla fine chi esiste senza amore.
Ho ascoltato musica: non solo con le orecchie ma con il cuore, grazie a compositori visionari, musicali e olfattivi, instancabili cercatori di bellezza.

 

Ho cercato con la bocca, con il gusto. Per fortuna ci sono artisti che amano giocare con le sinestesie e stimolare l’appetito di tutti i sensi.
Ho sentito note culinarie che mi hanno riportato all’infanzia. Ho provato in prima persona la commistione di gusto e olfatto e ho compreso il successo di queste note stuzzicanti: la voglia di gioco e leggerezza, ma anche il bisogno di essere accuditi. Infanzia insomma. CocooningHygge più che fragranze sono atmosfere, che sanno di famiglia, protezione, confort. Lo star bene che facilmente si collega con i piaceri del palato.

 

Forse è proprio questo stare bene da cui sono partita per riavvolgere il filo di questa ricerca. L’ho trovato in un verbo. Toccare.
Il vocabolario del tatto è molto ampio e in ogni declinazione esprime sempre in qualche modo interazione. David Le Breton elenca molte di queste espressioni nel suo libro “La Saveur du monde. Une anthropologie des sens”: per esempio Comprendere, significa prendere insieme, abbracciare con la mente. Avere tatto significa essere discreti, delicati nella relazione con l’altro. Essere nelle mani di qualcuno significa affidarsi all’altro.
Toccare è il verbo dell’amore: scrive Freud, “l’Eros vuole il contatto, tende all’unione. All’abolizione delle barriere spaziali tra l’Io e l’oggetto amato”. E’il senso della reciprocità e dell’incontro.
Toccare il cuore o l’anima di qualcuno significa suscitare emozione nell’altro. Marc Augé si chiede nel suo saggio “Saper Toccare” come la letteratura, la musica, la pittura riescano a toccare coloro ai quali sono rivolte? E la profumeria artistica? Come forma d’arte in che modo riesce si mette in gioco?

 

In quest’epoca siamo più facilmente toccati da immagini lontane, dal racconto di qualcosa che è altro da noi piuttosto che dalla quotidiana relazione con gli altri. La paura, l’individualismo ci indicano l’indifferenza come ottima soluzione difensiva. Sembra più facile trovare l’approvazione degli altri tra le connessioni virtuali, piuttosto che impegnarsi per averla nel mondo reale. Ma forse non basta più.

Toccare è la parola che rappresenta per me questi giorni: non solo una tendenza olfattiva, ma un bisogno sociale. La necessità di relazione. Di intimità. Ho sentito l’energia creativa di chi vuole fare qualcosa non solo per raccontare sé stesso, ma per condividere un significato. Una ragazza mi ha raccontato la nascita del suo profumo: sentendo la fragranza e le sue parole ho colto un messaggio, così forte che ci siamo abbracciate prima di salutarci. È l’empatia il trend di questa edizione, ma non è una tendenza è lo splendore del vero. Toccare e lasciarsi toccare, perché senza gli altri non siamo niente.

 

Tell me, in a world without pity
do you think what I’m askin’s too much
I just want something to hold on to
and a little of that human touch

(Bruce Springsteen, Human Touch)

 

Bibliografia:
– Gualtieri M., BESTIA DI GIOIA, Torino 2010 (1)
– Le Breton D., La Saveur du Monde, Paris 2006
– Augé M., Savoir toucher, 2017
– Freud S., Opere. Vol. 10: Inibizione, sintomo e angoscia (1924-1929), Boringhieri 1970

 

A cura di Beatrice Balzarotti – master’s degree in Anthropology & Ethnology. She studies the forms of communication in their cultural framework, with a sensorial and emotional perspective.