Prima di tutto l’emozione. Per trovare il senso riscopriamo le sensazioni.

“Un’opera d’arte che non comincia con un’emozione non è arte” (Paul Cezanne).
L’Impressionismo, la pittura en plein air che cattura l’energia, i colori, i movimenti del paesaggio.

 

“Emozione” è la parola chiave del 2018 per i marchi del settore del lusso (Prediction Report 2018, Positive Luxury). In un mercato che offre tutto, in cui i desideri hanno fin troppo in fretta una risposta, cerchiamo più o meno inconsciamente qualcosa che ci scuota, ci muova, ci commuova. Emozione deriva dal latino emovère che significa trasportare fuori. Emozionarsi è come essere trasportati fuori da noi stessi. È così che mi piace immaginare la profumeria artistica, capace di creare sensazioni che trasportano il corpo in altri mondi. Capace di far sentire paesaggi, stagioni, colori, dare vita ai sogni di chi crea fragranze per farli rivivere altrove. Tanta bellezza da far girare la testa…

 

Il potere emotivo dell’olfatto è incredibile. Ed è proprio questo che ha reso il suo rapporto con la società e con il mondo intellettuale così contraddittorio. L’olfatto è stato considerato negativamente e positivamente in modo alternativo e ambivalente: un profumo soave può favorire la contemplazione del bello e della natura, ma può allo stesso tempo scuotere i sensi e avvincerli. Inoltre, l’olfatto è certamente un senso “sleale”: ci permette di sentire aromi incantevoli, ma allo stesso tempo non ci lascia scampo alle più nauseanti puzze.

 

Un senso utile a poeti, come Neruda o Baudelaire, e criticato o lasciato in disparte da filosofi e antropologi: la sua labilità e l’inevitabile soggettività che lo caratterizzano lo rendono difficile da analizzare. Aristotele e Platone descrivono l’olfatto come un senso mediocre, poco sviluppato negli uomini rispetto agli animali; i profumi sono fuggevoli difficili dunque da investigare. Entrambi mostrano però di apprezzare i diletti “del naso”: Platone li inserisce addirittura tra i piaceri puri, cioè quelli che dipendono solo dall’intelletto e non da bisogni fisici, mentre Aristotele afferma che il godere dei buoni profumi fa bene alla salute dell’uomo. Allo stesso tempo entrambi sentono il dovere di mettere in guardia dai pericoli che si celano nell’”annusare”: il piacevole effluvio di profumi e unguenti può infatti prendere il sopravvento sulla ragione, pervadere l’animo e portare l’uomo a lussuria e sregolatezza!

 

Il Trattato delle sensazioni, scritto nel 1754 da Etienne Bonnot de Condillac, da’ inizio a un rinnovato interesse per il corpo e le sensazioni ed ha lo scopo di dimostrare come “tutte le nostre facoltà derivino dai sensi, o, per parlare più esattamente, dalle sensazioni” (Condillac 1976: 555). Condillac crea una metaforica statua ad immagine e somiglianza dell’uomo, e immagina di poter rompere il suo involucro di marmo per scoprire i cinque sensi, ma “aprendone” uno per volta. Il primo ad essere scoperto è l’olfatto e l’autore dimostra che la statua, con quest’unica percezione sensoriale, è già in grado di confrontare, ricordare, formulare desideri, amare, odiare, insomma “con un senso solo ha tante facoltà quante con i cinque sensi riuniti”. Ispirandosi a Condillac, Rousseau pone l’accento sull’importanza dei sensi, fin dai primi anni di vita:

 

Le prime facoltà che si formano e si perfezionano in noi sono i sensi. Sono dunque le prime che bisognerebbe coltivare; sono le sole che si dimenticano o che più si trascurano. (Rousseau in Ceriani 2006: 20)

 

Nell’Emile, distingue l’olfatto primitivo da quello civile: il primo è fondamentale per sopravvivere, per l’uomo primitivo così come per l’animale; il secondo acquista una funzione sociale: “è il senso dell’immaginazione” e favorisce la fantasia, i sogni, e l’amore.

 

Emozioni necessarie. E non solo per la moda, la profumeria, non solo per le aziende del lusso. Che sia finalmente arrivato il momento di un rinascimento sensoriale ed emozionale? L’arte, più di tutto, è espressione delle domande del suo tempo. E mi sembra di cogliere questa urgenza emotiva anche nell’arte contemporanea. Penso in particolare alla “mostra” di Tino Sehgal (Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2013), che si è appena conclusa alle OGR di Torino. Più che una mostra una coreografia collettiva: circa 50 interpreti che si muovono in continuazione dialogando con i visitatori; visitatori che diventano essi stessi interpreti. Uno “sciame” di corpi che origina infinite situazioni. E quello che mi è successo entrando nello spazio immenso delle OGR si può chiamare solo emozione. È l’energia del movimento, della relazione con le altre persone. E che va oltre l’arte. In una delle rare interviste concessa ad Alessandra Mammì l’artista, parlando di questa energia, ha detto “è la differenza che c’è tra paesaggio e tempo atmosferico. Il paesaggio è l’opera fissa nel tempo, ma a formarlo e trasformarlo c’è l’atmosfera: un tessuto di luce, vento, pioggia, sole, mutazione continua. E io cerco questo.” E non è quello che cerchiamo tutti?

 

Bibliografia:
Prediction Report 2018, Positive Luxury
– Rousseau J.J., Emilio o dell’educazione (1762), in Opere, Firenze, Sansoni, 1972
– Bonnot de Condillac E., Trattato delle sensazioni (1754), Laterza, Bari, 1970
– Aristotele, Del senso e dei sensibili, in Piccoli trattati di storia naturale, trad. it. Di R. Laurenti, in Opere, II voll.Laterza, Roma-Bari 1983
– Le Breton D., Il sapore del mondo, Cortina, Milano, 2007

 

Photo: The sheltered path, Claude Monet. Exhibition “Impressionismo e Avanguardie” Palazzo Reale Milano

 

A cura di Beatrice Balzarotti – laureata in Antropologia ed Etnologia. Studia i linguaggi della comunicazione da una prospettiva culturale, sensoriale ed emozionale.